“…giungemmo a Corinto, quando il sole stava per tramontare sul mare. Dopo aver visitato l’Agorà, ci raccogliemmo presso il Tempio di Apollo, attorno alle sette robuste colonne che ancora restano in piedi. Volevamo ricordare la Lettera che l’Apostolo delle genti scrisse da Corinto ai Romani diciannove secoli fa…”
Gli anni romani del liceo Virgilio sono per Emilio anni particolarmente fecondi. Ha un bel rapporto con i colleghi ed è al centro di tante iniziative della scuola, come i viaggi organizzati tra la fine degli anni Cinquanta e i primi Sessanta. Non era comune allora che un liceo si spostasse dalla sua sede per viaggi culturali. Fu il Preside Giuseppe Dell’Olio a inaugurare questa tradizione ponendo il Virgilio al vertice delle scuole romane e italiane in questo campo.
L’istituto, con buona parte del suo corpo docente, sempre presente Emilio, e con molti alunni, si muoveva in Italia e nel Mediterraneo:
- in Toscana ed Emilia, dal 25 aprile al 1° maggio 1957;
- in Veneto e Trentino, dal 19 al 27 aprile 1958;
- in Grecia, dal 3 al 10 maggio 1959;
- in Grecia ed Egitto, dal 1° al 13 aprile 1960;
- in Grecia e Turchia, dal 20 aprile al 2 maggio 1961;
- in Sicilia, dal 23 aprile al 1° maggio 1962;
- ancora in Grecia dal 21 al 28 aprile 1963.
Furono quei viaggi occasione di esperienze estremamente formative per lo stesso Virgilio, e fondamentale fu la presenza di Emilio.
Il 7 maggio 1959, Emilio celebra la messa a Capo Sounio, nel tempio di Poseidone. Palese, sui volti degli alunni e dei professori, la commozione. Così racconterà Emilio quella messa: «In alto sul mare, di fronte al sole che tramontava in direzione di Atene, erigemmo l’altare per il sacrificio al Dio vivo e vero, che i Greci adorarono senza conoscere. Era la sera dell’Ascensione, e lì, a Capo Sounio, abbiamo sentito vibrare in noi l’anima religiosa di tutto il mondo, abbiamo percepito l’immensità della chiamata divina e la sicurezza della speranza umana. Il sole tramontava nel momento in cui si elevava in cielo l’Ostia gradita a Dio».
Nel pomeriggio ci recammo a Capo Sounio dove sorge il tempio di Poseidone. In alto sul mare, di fronte al sole che tramontava in direzione dì Atene, erigemmo l’altare per il sacrificio al Dio vivo e vero, che i Greci adorarono senza conoscere, che cercarono come a tastoni sforzandosi di raggiungerlo per toccarlo quasi con mano.
Il 27 aprile 1961, al Corno d’oro di Istanbul, nella residenza del Patriarca di Costantinopoli, Emilio abbraccia Athenagora. Insieme con tutta la scuola, gli studenti, i professori e il preside. Il Virgilio aveva voluto quell’incontro. Emilio, il piccolo e sorridente uomo dal baschetto, è il primo sacerdote cattolico, dopo secoli, ad abbracciare un patriarca ortodosso. Il Concilio Vaticano II doveva ancora iniziare. “Allora ci fu concesso di vivere un momento veramente significativo dell’incipiente stagione ecumenica”, scriverà Emilio nel 1972 alla morte di Athenagora.